Papa Francesco ha nominato il presidente della Conferenza Episcopale Italiana: l’arcivescovo di Bologna, il cardinale Matteo Maria Zuppi.
Una scelta oculata. Sull’onda di quella sinodalità voluta dal pontefice, affinché i pastori si ascoltino fra loro e ascoltino i fratelli cristiani, le persone lontane, i più deboli e i diseredati. Sinodo che durerà fino al 2023 dal titolo significativo: “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”.
S.E.R. cardinale Matteo Maria Zuppi è nato a Roma l’11 ottobre 1955, quinto di sei figli. Dalla parte degli ultimi e i diseredati lo è da molto tempo.
Nel 1973 studente al liceo Virgilio di Roma, Matteo Zuppi incontra Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio. La collaborazione con la comunità è da subito intensa e continuativa. Viene ordinato sacerdote nel 1981 e diviene viceparroco della Basilica romana di Santa Maria in Trastevere, dove rimarrà fino al 2000. Non si tira certo indietro davanti alle difficoltà degli ultimi. Il suo attivismo è ampio, a 360 gradi si impegna per assistere i più bisognosi: collaborando con la comunità si occupa di iniziative per anziani soli e non autosufficienti, di immigrati e senza fissa dimora, di scuole popolari per i bambini emarginati delle baraccopoli romane, disabili e tossicodipendenti, carcerati e vittime dei conflitti, di malati terminali e nomadi.
Nel 2012 viene nominato Vescovo e sceglie come motto Gaudium Domini fortitudo vestra (la gioia del Signore sia la vostra forza) nel 2015 diventa arcivescovo di Bologna e nel 2019 Cardinale.
Significativo motto, che esprime la sua forza dimostrata nell’affrontare anche problemi di più ampio raggio: da quelle ecumeniche per l’unità tra i cristiani a quelle per il dialogo interreligioso, concretizzatesi negli Incontri di Assisi. Importante ruolo poi ha svolto per la pace in paesi da anni in conflitto. Come assistente ecclesiastico generale della Comunità di Sant’Egidio è stato mediatore in Mozambico nel processo che ha portato alla pace, dopo oltre diciassette anni di sanguinosa guerra civile.
Oggi dopo la nomina ha dichiarato: “Comunione e missione sono le parole che sento nel cuore. Cercherò di fare del mio meglio, restiamo uniti nella sinodalità”. E nella conferenza stampa che ha tenuto nel pomeriggio ha sintetizzato così il suo impegno come nuovo presidente Cei: “La missione della Chiesa è quella di sempre: la Chiesa che parla a tutti e parla con tutti” senza dimenticare il proprio ruolo nella guerra in Ucraina e in tutti i conflitti sparsi per il mondo.
Con tante proficue esperienze e con tanti buoni propositi, ‘Le sentinelle’ sentono di augurare un buon lavoro al Card. Zuppi. Ricordandoci che l’umanità non potrà mai essere costituita solo ‘dai primi della classe’, certi che se i guardiani faranno un buon lavoro da quest’albero (l’umanità) potranno maturare molti e buoni frutti.
"Il guardiano di un fico ne mangia i frutti,
chi ha cura del suo padrone ne riceverà onori" (Pr 27,18)
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