Post by Mons. Antonio Interguglielmi
Tiziano, Assunta, 1516-18 Venezia, Chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari
“Buon ferragosto!”: oggi, nella festa dell’Assunzione di Maria, spesso si preferisce parlare di Ferragosto, in qualche modo riducendo la bellezza della nostra tradizione cristiana. Ferragosto deriva dal latino ferie Augusti, cioè riposo di Ottaviano Augusto, il primo imperatore romano che dà anche il nome al mese che stiamo trascorrendo, nell’antica Roma imperiale indicava infatti quel periodo di riposo e festa per la fine dei primi lavori agricoli, i c.d. Consualia, festeggiamenti dedicati a Conso, il dio della terra e della fertilità.
Tradizionali per i romani erano in queste feste le corse dei cavalli, mentre gli animali che erano stati impegnati nei lavori agricoli, lasciati ad un meritato riposo, venivano spesso ornati con i fiori. Sono innumerevoli le tradizioni che si sono tramandate, legate a questa festività: si pensi solo al notissimo Palio dell’Assunta, che si svolge il 16 agosto a Siena, oppure quello di Paliano che il 15 agosto rievoca il corteo che si svolse per la vittoria nella Battaglia di Lepanto, in onore di Marcantonio Colonna.
Alcune leggende sono divenute delle superstizioni: è molto diffusa quella secondo cui il 15 agosto non si deve fare il bagno perché gli spiriti maligni, in questo giorno di metà estate, infestano le acque e si arriva a dire che ogni Ferragosto la Madonna dell'Assunta si voglia portare con Lei un’anima in Cielo.
«D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata» (Lc 1,48): questa è la profezia contenuta nel Magnificat che ascolteranno oggi coloro che parteciperanno alla Messa dell’Assunzione. È il Vangelo di san Luca che ci invita alla lode, a proclamare beata la Vergine Santa, Madre di Dio, unita a Cristo suo figlio. Beata, cioè felice, perché ha creduto all’annuncio del Signore.
Con la Festa dell'Assunzione della Beata Vergine Maria la Chiesa riconosce e afferma che, terminato il corso della vita terrena, la madre di Gesù fu trasferita in Paradiso, sia con l'anima che con il corpo, cioè fu Assunta in cielo: venne proclamato solennemente da Papa Pio XII il 1° novembre 1950, Anno santo, con la costituzione apostolica Munificentissimus Deus, che si traduce "Dio è generosissimo.
Questa verità di fede riconosciuta come dogma comunque era conosciuta dalla Tradizione, affermata dai Padri della Chiesa, ed era soprattutto un aspetto rilevante del culto reso alla Madre di Cristo, per l’altissimo privilegio di aver donato al mondo il figlio di Dio: per questo nel testo della Costituzione apostolica si afferma che il dogma è proclamato «ad onore del Figlio, a glorificazione della Madre ed a gioia di tutta la Chiesa»
Nella fede quindi si è sempre creduto fin dai primi secoli, perché in questa Solennità non si tratta solo di ribadire un dogma, ma di affermare una realtà che parla alla nostra vita: Maria ha accolto Cristo nel suo grembo, ha creduto all’assurdità di quello che gli annunciava l’Arcangelo Gabriele, ha seguito sempre Cristo non abbandonandolo mai, fin sotto la Croce e nella tomba, e ha sperimentato il compimento delle promesse di Dio: la Risurrezione e la vita eterna.
Questa è l’esperienza che può fare ognuno di noi, ogni cristiano: chi come Lei non ha guardato la propria debolezza ma ha confidato nelle promesse di Dio, ha scoperto che la vita non è un caso, un assurdo. Come per Maria in Cristo il Signore ci rivela il senso della vita, ci convince del suo Amore totalmente gratuito e ancora oggi ci libera da ogni paura.
Con Maria possiamo cominciare a vivere già oggi, qui sulla terra, nella nostra situazione concreta, nei nostri combattimenti, difficoltà e sofferenze, quei frutti di eternità che desideriamo, che il nostro cuore ci chiede: perché siamo stati creati per il Cielo, la nostra Patria, non siamo nati per invecchiare e finire sottoterra, ma per vivere per sempre!
E allora, “Buona festa dell’Assunzione di Maria al Cielo”!
Mons. Antonio Interguglielmi
Diocesi di Roma, in Missione Fidei Donum nella diocesi di Fano, Fossombone, Cagli e Pergola
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